Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
Dopo le dimissioni dell'austriaco Valentin Inzko – che ha ricoperto la carica per dodici anni – giovedì 27 maggio i paesi che supervisionano l'applicazione degli accordi di pace in Bosnia Erzegovina hanno eletto un nuovo Alto rappresentante: si tratta del tedesco Christian Schmidt, già ministro dell'Agricoltura nell'esecutivo della cancelliera Merkel, che dovrebbe entrare in carica a partire dal prossimo 1 agosto.
Dieci anni fa partivano i negoziati per la normalizzazione dei rapporti tra Kosovo e Serbia, facilitati dall'Unione europea. Cos'è cambiato in questo intenso e difficile decennio?
Dopo Albin Kurti premier, Vjosa Osmani presidente. Con l'elezione in parlamento di domenica, attesa ma non scontata, la trasformazione generazionale della politica kosovara sembra portata ora a termine.
Rimandato ancora una volta, causa pandemia. Il censimento nazionale in Macedonia del Nord, che doveva svolgersi dal 1 al 21 aprile, dopo due decenni di attesa, verrà rinviato al prossimo settembre. La decisione è arrivata ieri dopo un incontro tra il premier Zoran Zaev e il leader dell'opposizione di centro-destra Hristijan Mickoski.
Una certificazione europea, un vero e proprio “passaporto vaccinale” con cui poter tornare a viaggiare all'interno dell'UE. È questa la proposta discussa ieri dai leader dell'Unione senza però raggiungere un consenso generale.
Predeal, località montana non lontano da Brașov, nella Transilvania rumena. Uno sciatore isolato plana nervosamente lungo la pista innevata. C'è una massa bruna che lo insegue da vicino: è un orso, lanciato a tutta velocità alle sue spalle lungo il pendio.
Diciannove anni. Tanto ci metterà la Bulgaria a vaccinare almeno il 70% della propria popolazione dal Covid-19 con l'attuale ritmo delle vaccinazioni. È questo il calcolo fatto da Politico e pubblicato nei giorni scorsi.
“Il Kosovo deve trovare una strategia per il futuro, non può tollerare di restare indefinitamente nelle mani di decisioni altrui. Non accetteremo di restare prigionieri di un conflitto congelato […] se succede, andremo al referendum sull'unificazione con l'Albania”.
“Sono uno di voi, una persone come tante. Un uomo di famiglia, concentrato sulla mia professione, secondo alcuni anche troppo”. Così si era presentato agli elettori, durante la campagna elettorale dell'estate scorsa, Zdravko Krivokapić, il professore e ingegnere meccanico di Nikšić che – a 62 anni – è passato da perfetto sconosciuto a primo premier del Montenegro post-Đukanović.
Degree in Media Studies from the University of Trieste. He worked in the field of international cooperation in Kosovo before becoming a journalist. He has been living and working in Sofia, Bulgaria, since 2005 where he has collaborated with various Italian and international media providers. He speaks Bulgarian, Serbo-Croatian, Slovene and Macedonian. Based in Sofia, he has been working for Osservatorio Balcani e Caucaso since 2006.